Al via il Concordato Preventivo Biennale tra Fisco e Contribuenti: Una Nuova Era di Collaborazione

In un’epoca caratterizzata da una crescente complessità fiscale, il governo italiano introduce una novità destinata a segnare un punto di svolta nelle relazioni tra l’Amministrazione Finanziaria e i contribuenti: il Concordato Preventivo Biennale (CPB). Previsto per il biennio 2024/2025, il CPB si propone come uno strumento innovativo, volto a semplificare e rendere più trasparente il sistema tributario per le piccole e medie imprese, nonché per i lavoratori autonomi, residenti sul territorio nazionale.

La genesi di questo meccanismo si radica nell’intento di predefinire, con un accordo bilaterale, il reddito imponibile derivante sia dall’esercizio d’impresa che da attività professionali, con specifico riferimento alle imposte sui redditi e al valore della produzione netta ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). Tale accordo, tuttavia, non influisce sull’applicazione dell’IVA, che continua a seguire le regole ordinarie.

Il CPB richiede l’adesione volontaria dei contribuenti, i quali, accettando le condizioni proposte dall’Agenzia delle Entrate, si impegnano a dichiarare i redditi concordati per il biennio di riferimento. Questo impegno non esime i contribuenti dall’obbligo di mantenere la regolare contabilità e di presentare tutti i modelli dichiarativi previsti, inclusi quelli relativi agli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA).

Nonostante la sua natura apparentemente vincolante, il CPB offre margini di flessibilità per la gestione dei redditi effettivi, permettendo ai contribuenti di versare contributi previdenziali aggiuntivi sulla parte di reddito eccedente quello concordato, senza però alterare la base imponibile delle principali imposte e contributi.

Una delle novità più rilevanti introdotte dal CPB riguarda la semplificazione procedurale, con l’obiettivo di rendere il processo di adesione meno oneroso per i contribuenti. Le modifiche suggerite dalla Commissione Finanze puntano a una maggiore flessibilità e a un dialogo costruttivo tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti, proponendo un limite di incremento del reddito e della produzione netta fino a un massimo del 10%, salvo deroghe motivate.

La platea di soggetti ammissibili al CPB si estende non solo a chi già applica gli ISA con un punteggio di affidabilità fiscale elevato ma anche a coloro che aderiscono al regime forfetario, ampliando così il numero di potenziali beneficiari. Tuttavia, l’accesso al CPB è precluso ai nuovi contribuenti e a coloro che presentano debiti tributari significativi, a meno che questi non siano stati regolarizzati prima dell’adesione.

Dal punto di vista dell’efficacia e della convenienza, il CPB presenta pro e contro. Da un lato, offre la possibilità di stabilire preventivamente l’ammontare del reddito imponibile, riducendo l’incertezza fiscale e facilitando la pianificazione finanziaria. Dall’altro, l’adesione al CPB richiede una valutazione attenta delle proprie proiezioni di reddito, considerando che eventuali discostamenti significativi dal reddito concordato potrebbero non tradursi in vantaggi fiscali tangibili.

In conclusione, il CPB rappresenta un passo avanti verso una maggiore collaborazione tra fisco e contribuenti, offrendo nuove opportunità di semplificazione e certezza tributaria. Tuttavia, la sua efficacia e attrattività dipenderanno in larga misura dalla capacità di bilanciare le esigenze di semplificazione e le garanzie di affidabilità fiscale, senza trascurare la necessità di mantenere un dialogo aperto e costruttivo tra le parti.